Digitalizzazione, giustizia, diritti
Antonella Ciriello
Giovanni Rocchi - Paolo Abbritti
Le radici della informatizzazione e poi della digitalizzazione della pubblica amministrazione possono farsi risalire ai primi anni 90, quando il legislatore dettò atti normativi specifici come il d.lgs. n. 39/1993, il cui obiettivo era in particolare quello di disciplinare lo sviluppo dei sistemi informativi automatizzati delle amministrazioni statali, la l. 15.3.1997, n. 59, che all’art. 15, co. 2, stabilisce che «gli atti, dati e documenti formati dalla pubblica amministrazione e dai privati con strumenti informatici o telematici, i contratti stipulati nelle medesime forme, nonché la loro archiviazione e trasmissione con strumenti informatici, sono validi e rilevanti a tutti gli effetti di legge», il d.P.R. 19.11.1997, n. 513, che all’art. 1, n. 4, stabilì che «il documento informatico, munito dei requisiti previsti dal regolamento medesimo, soddisfa il requisito legale della forma scritta». Con il d.lgs. n.82/2005, codice dell’amministrazione digitale (C.A.D.), poi, e successive modifiche, fu dettato un atto normativo generale, che riguardava non solo tutta la p.a. ma anche i privati per molti importanti aspetti. Tale corpo normativo, rimaneggiato più volte per adeguarsi al Regolamento UE n. 910/2014 c.d eIDAS (electronic IDentification Authentication and Signature) costituisce l’atto generale, rispetto al quale le specifiche norme dettate per la giustizia (il d.l. n. 193/2009* (art. 4 e ss. Misure urgenti per la digitalizzazione della giustizia e il Il d.l. n. 179/2012) si sono poste in termini di specialità. Nel frastagliato panorama normativo multilivello (in cui assumono grande rilevanza anche normative di carattere specifico e tecnico, come, ad esempio, la disciplina della posta elettronica certificata, D.P.R. 82/2005 e le varie regole tecniche dettate), si innesta oggi l’importante e dirompente azione amministrativa del PNRR che si prefigge la digitalizzazione della pubblica amministrazione e della giustizia in particolare, adottando misure specificamente dedicate a questo scopo. Il governo si propone di realizzare a stretto giro, utilizzando i fondi europei, infrastrutture amministrative digitali in tutte le grandi amministrazioni, di creare piattaforme digitali di dati che riguardino tutti gli enti pubblici, sia centrali che periferici, di agevolare la consultazione di queste informazioni e il dialogo con la pubblica amministrazione attraverso strumenti informatici e telematici che rendano i servizi e i pagamenti più efficienti e agevoli Tra gli aspetti più interessanti dell'innovazione si pone, tuttavia, quello del potenziamento di tutte le misure volte a favorire la creazione di una identità digitale per tutti i cittadini (Sistema Pubblico di Identità Digitale, SPID e Carta d'Identità Elettronica, CIE e Anagrafe nazionale della popolazione residente (ANPR)). Il corso si propone dunque di esaminare gli istituti della identità e del domicilio digitale, tanto per i cittadini che per i professionisti della giustizia, nonché dell’accesso agli atti e documenti digitali da parte dei cittadini e dei professionisti, con una specifica attenzione ai profili processuali.


La digitalizzazione della giustizia tra presente e futuro
Raffaele Piccirillo ( Capo di Gabinetto Ministro della Giustizia )